Dei tre membri fondatori della Golden Dawn, S. L. MacGregor Mathers è stato allo stesso tempo il più denigrato ed il più adorato. Entrambi i punti di vista non sono corretti, perchè Mathers non fu nè uno scellerato nè un dio sovraumano. Egli fu, tuttavia, uno dei personaggi più pittoreschi nella storia della Golden Dawn, mostrando molti pregi e difetti spesso associati a coloro che possiedono genio magico e creatività. Ritualista di talento, Mathers produsse alcuni degli insegnamenti più belli nella Tradizione Esoterica Occidentale, ma fu anche capace di essere un eccentrico tiranno. Dei tre Capi fondatori dell'Ordine, fu Mathers, Capo principale della R.R. e A.C., a rendere la Golden Dawn un vero Ordine magico.
Storia Iniziale
Samuel Mathers nacque l' 8 gennaio 1854 al n°11 di De Beauvoir Place, Hackney. Suo padre, William M. Mathers, era un impiegato commerciale, ed il nome da signorina di sua madre era Collins. Il padre morì quando Samuel era ancora un ragazzo, ed egli visse con la madre vedova a Bournemouth fino alla morte di questa nel 1885.
Mathers si arruolò come soldato nella Prima Divisione di Fanteria dei Volontari dell'Hampshire. Una fotografia lo raffigura in uniforme da luogotenente, sebbene egli rimase sempre un soldato semplice. Il suo primo libro fu di fatto un manuale militare, Practical Instruction in Infantry Campaigning Exercise (1884), basato su un manuale militare francese ed adattato alle necessità dell'esercito inglese. Oltre a nutrire interesse per la tattica militare e la guerra, era anche appassionato studente di boxe e scherma.
Dopo la morte della madre, Mathers si impoverì. Si trasferì a Londra dove abitò in Great Percy Street, a King Cross. Venne nominato assistente bibliotecario dal padre di Annie Horniman, Frederick Horniman, fondatore del Museo Horniman e ricco importatore di tè. Mathers sposò Mini Bergson il 16 giugno del 1890 a Chacombe nell'Oxforshire ed il matrimonio venne celebrato dal Rev. W.A. Ayton, il quale era un eminente alchimista ed un membro della Golden Dawn. I Mathers abitavano a Stent Lodge, Forest Hill, ma a causa dell'indigenza si trasferirono al centro di Londra ed iniziarono a sopravvivere grazie alle donazioni di Annie Horniman.
Nella Prefazione alla traduzione della Kabbala Denudata di Knorr von Rosenroth ad opera del suo ultimo marito, Mina (o Moina) Mathers rivelò alcune delle poche informazioni mai scritte riguardo i primi anni di vita di Samuel, sebbene queste non delineassero un quadro accurato del lignaggio di Mathers:
"Quando era un ragazzo molto piccolo, egli era intensamente interessato al misticismo ed al simbolismo in genere. Venne educato alla Bedford Grammar School, specializzandosi negli studi Classici. Durante il tempo libero, raccoglieva e studiava in modo particolare la tradizione Celtica ed il suo simbolismo. Questo amore per la Simbologia Celtica lo aveva ereditato dai suoi antenati delle Highlands. Il suo avo, Ian MacGregor di Glenstrae, un ardente giacobita, dopo la ribellione del '45 si recò in Francia e combattè per Lally Tolendal a Pondicherry. Venne nominato Conte di Glenstrae da Luigi XV. Questo titolo francese venne ereditato da mio marito che lo utilizzava sempre quando risiedeva in Francia. Da giovane entrò in contatto con Kenneth Mackenzie, con il quale ebbe un legame occulto molto forte. Kenneth Mackenzie, autore della Enciclopedia della Massoneria, era stato grande amico di Bulwer Lytton. Dopo alcuni anni di isolamento in campagna, in cui mio marito condusse una vita da studioso preparandosi al lavoro futuro, egli incontrò Anna Kingsford, che lo presentò a Madame Blavatsky.
Madame Blavatsky lo invitò a collaborare con lei nella formazione della sua Società. Dopo aver riflettuto, nonostante la profonda ammirazione per questa donna eccezionale, fu costretto a declinare l'invito. I loro ideali non coincidevano completamente. A quei tempi egli aveva maggiore affinità con gli ideali di Anna Kingsford sull'esoterismo cristiano ed il progresso delle donne. Inoltre era profondamente interessato alla sua campagna contro la vivisezione, nella quale l'aiutò con vigore. Tre o quattro anni più tardi i suoi insegnanti occulti gli dissero di trasferire il centro a Parigi, dove io e mio marito passammo il resto della nostra vita. Desidero qui esprimere i miei ringraziamenti ai miei maestri occulti, e la mia più profonda gratitudine alla memoria del mio sposo, compagno ed insegnante: costoro gettarono luce sul mio cammino." [i]
La devozione di Moina verso il suo defunto marito era ammirevole, sebbene la sua versione dei fatti non sempre attendibile. La supposta discendenza dalle Highland di Mathers ed il titolo ereditato di Conte di Glenstrae erano pura fantasia, ed Annie Horniman ebbe certamente un ruolo nella decisione dei Mathers di trasferirsi a Parigi. Moina esagerava anche il ruolo del suo ultimo marito nella creazione della G.D., mentre sminuiva quello di Westcott e Woodman, suggerendo come i due uomini "aiutassero nella gestione amministrativa di questa scuola e nei suoi insegnamenti in una certa misura."[ii]
Storia Massonica e Magica
Mathers venne iniziato alla Massoneria il 4 ottobre del 1877 alla Hengist Lodge a Bournemouth. Divenne Maestro Massone il 30 gennaio del 1878. Durante il suo soggiorno a Bournemouth, Mathers venne attirato dagli studi mistici grazie alla conoscenza con Frederick Holland, un appassionato studente di filosofia ebraica e Cabala. Nel 1882, Mathers venne ammesso nella Societas Rosicruciana in Anglia ed in quattro anni divenne membro dell'Alto Consiglio della S.R.I.A. Servì anche come officiante del London College. Dopo la morte del Dr. Woodman nel 1891, venne nominato Segretario Generale della Società il 25 febbraio del 1892, raggiungendo Westcott nella triade al governo. Contribuì alle Transazioni della Società con saggi su Il Divino nelle Lettere Ebraiche; Simboli Rosicruciani; ed Antichi Rosacroce e loro Emblemi Zodiacali. Mathers venne iniziato alla Massoneria il 4 ottobre del 1877 alla Hengist Lodge a Bournemouth. Divenne Maestro Massone il 30 gennaio del 1878. Durante il suo soggiorno a Bournemouth, Mathers venne attirato dagli studi mistici grazie alla conoscenza con Frederick Holland, un appassionato studente di filosofia ebraica e Cabala. Nel 1882, Mathers venne ammesso nella Societas Rosicruciana in Anglia ed in quattro anni divenne membro dell'Alto Consiglio della S.R.I.A. Servì anche come officiante del London College. Dopo la morte del Dr. Woodman nel 1891, venne nominato Segretario Generale della Società il 25 febbraio del 1892, raggiungendo Westcott nella triade al governo. Contribuì alle Transazioni della Società con saggi su Il Divino nelle Lettere Ebraiche; Simboli Rosicruciani; ed Antichi Rosacroce e loro Emblemi Zodiacali.
Nel 1887 Mathers venne avvicinato da Westcott per espandere gli abbozzi dei rituali del Manoscritto Cifrato trasformandoli in cerimonie d'iniziazione pienamente funzionali: Westcott gli chiese di unirsi a lui in un triumvirato di Capi per la sua nuova creazione, l'Ordine Esoterico della Golden Dawn, che venne fondato il 1° marzo 1888. Mathers firmò lo statuto del Tempio Isis-Urania n°3 come Praemonstrator con lo stesso motto che usava nella Soc. Ros.: ‘S Rioghail Mo Dhream' che in Gelico significa "Regale è il mio Clan". Il suo motto 7=4 era Deo Duce Comite Ferro ("Dio è la mia Guida e la Spada il mio Compagno").
Dal 1888 al 1891, la Golden Dawn fu principalmente una scuola teoretica che eseguiva le cerimonie d'iniziazione dell'Ordine Esterno, ed insegnava ai suoi membri le basi dell'Ermetismo, senza alcuna magica pratica eccetto il Bando Minore del Pentagramma. Tutto ciò cambiò con la creazione del Secondo Ordine da parte di Mathers: in questo la conoscenza teoretica della magia insegnata nell'Ordine Esterno veniva messa attivamente in pratica da quegli iniziati che raggiungevano il grado di Adeptus Minor ed oltre.
Nel dicembre del 1891, il Dr. Woodman morì e nessuno venne scelto a prendere il suo posto nella triade che governava la Golden Dawn. Fu intorno a questo periodo che Mathers terminò un magnifico rituale per il 5=6, (il grado di Adeptus Minor), il primo grado del Secondo Ordine od Ordine Interno dell'Ordo Roseae Rubeae et Aureae Crucis, chiamato anche R.R. e A.C., o "Ordine della Rosa Rossa e della Croce d'Oro". Con la creazione di un Secondo Ordine ufficiale, Mathers completò la ristrutturazione dell'Ordine e ne divenne il Capo principale.
L'ammissione al Secondo Ordine veniva conferita tramite invito, così come per esame. Il lavoro del Secondo Ordine era esteso. Veniva richiesto ai membri di creare e consacrare molti strumenti magici. Mathers creò un curriculum ed una serie di otto esami che conducevano fino al grado di Theoricus Adeptus Minor. Egli era anche responsabile della stesura di molti tra i più importanti manoscritti del Secondo Ordine, inclusi i documenti della Formula Z che riguardavano il simbolismo della Cerimonia del Neofita ed i cinque sistemi di magia (invocazione, consacrazione di talismani, trasformazioni, divinazione, ed alchimia) conosciuti collettivamente come "Magia della Luce". Attraverso le sue ricerche alla British Library, egli acquisì un'estesa conoscenza del'Egittologia così come delle opere Enochiane del Dr. John Dee. Egli incorporò la Magia Enochiana nel Curriculum del Secondo Ordine, sviluppando le opere originali di Dee in un potente sistema di lavoro magico.
Nella primavera del 1892, i Mathers si trasferirono a Parigi e attivarono il Tempio Ahathoor n°7. Il Dr. Westcott divenne il capo dell'ordine in Inghilterra. Da Parigi, Mathers continuò a creare nuovo materiale per il curriculum in continua espansione del Secondo Ordine, ma perseguì anche altri interessi come la politica giacobina. Nel 1898 Samuel e Moina iniziarono a lavorare ad una serie di drammi rituali egizi, i "Riti di Iside", che vennero rappresentati al pubblico numerose volte sul palcoscenico del Teatro Bodiniere in Rue Saint-Lazare.
I problemi che sorsero tra Samuel Mathers, Annie Horniman, ed il resto degli Adepti di Londra, e sfociarono nello scioglimento della Golden Dawn sono documentati nella Storia della Golden Dawn.
Opere Pubblicate
Le opere pubblicate di Mathers comprendono: The Tarot: Its Occult Significance, Use in Fortune Telling, and Method of Play (1888), una disanima del mazzo di Marsiglia. E' anche noto per le sue traduzioni di una serie di grimori che includono The Sacred Magic of Abra-Melin the Mage, The Key of Solomon the King e The Grimoire of Armadel. In aggiunta Mathers tradusse la Kabbala Denudata di Knorr von Rosenroth dal latino all'inglese nel suo The Kabbalah Unveiled.
Note Finali
[i] Mathers, The Kabbalah Unveiled, pages xii-xiii.
[ii] Ibid, page ix.
Fonti
Gilbert, R.A., The Golden Dawn Scrapbook. York Beach, ME: Samuel Weiser, Inc., 1997
Gilbert, R.A., The Golden Dawn, Twilight of the Magicians. Great Britain, The Aquarian Press, 1983.
Greer, Mary K. Women of the Golden Dawn: Rebels and Priestesses, Rochester, VT: Park Street Press, 1995.
History of the S,R.I.A.: A History of Rosicrucian Thought and of the Societas Rosicruciana in Anglia. Stampata privatamente per la S.R.I.A. nel 1987.
Howe, Ellic. The Magicians of the Golden Dawn, New York, Samuel Weiser, Inc., 1972.
Küntz, Darcy. The Golden Dawn Source Book, Edmonds, WA: Holmes Publishing Group, 1996.
Mathers, S. L. MacGregor. The Kabbalah Unveiled, York Beach, ME: Samuel Weiser, Inc. 1989.
Biography copyright © 2000 by Soror S.J.
Samuel Liddel Mathers
Per gli studenti della Golden Dawn, Mathers è, perlomeno, uno dei grandi Padri Fondatori dell'Ordine. Eminente ritualista con un acuto senso del teatrale, Mathers fu responsabile sia dei rituali che di gran parte degli insegnamenti del Secondo Ordine, ma venne trattato male dalla sua biografa (Ithell Colquhoun) la quale imbastì gli eventi della sua vita privata con una gran dose di fantasia. E' ironico che essa abbia creato una propria immagine irreale di Mathers, senza essere a conoscenza del fantastico panegirico che Brodie-Innes scrisse per The
Occult Review nel 1919. Di conseguenza, molti appassionati della Golden Dawn non sono venuti a sapere della sua esistenza e non l'hanno mai letto.
Queste 'reminescenze personali', che avrebbero potuto costituire una fonte meravigliosa per un futuro biografo, essendo Brodie-Innes rimasto vicino a Mathers per più di venticinque anni, rappresentano invece un sensazionale sfoggio di fantasia eroica, una difesa straordinaria, ed un'evidente distorsione dei fatti. Come scozzese, Brodie-Innes avrebbe dovuto sapere che le rivendicazioni di Mathers riguardo ad un suo lignaggio proveniente dalle Highland ed al combattere con i francesi in India, erano completa immondizia. Come membro attivo della Golden Dawn egli doveva aver sperimentato di prima mano la paranoia ed il rancore di Mathers, tuttavia scelse di seguire la massima: de mortuis nihil nisi bonum.
La sua lealtà fuorviata è, ahimè, ingannevole ed è bene integrarla con un altro necrologio più obiettivo che apparve anch'esso in The Occult Review. Un mese prima che venissero date alle stampe le 'Reminescences' di Brodie-Innes, l'editoriale 'Notes of the Month' includeva alcuni esaurienti 'particolari riguardo a Mr. Macgregor Mathers', da parte di 'uno che lo ha conosciuto bene per un certo periodo della sua vita'. Lo scrittore anonimo (A.E. Waite) non fu amichevole con Mathers, ma almeno non era di parte, ed il quadro che dipinge è quello dell'uomo Mathers - non quello di MacGregor il Superuomo. Perchè una volta tanto con Mathers possiamo davvero dire, magna est veritas et praevalebit. A beneficio degli appassionati sia i fatti che le fantasie sono riportati qui in basso.
- Fra. In Deo Vita Aeterna
24 settembre 1998
The Occult Review
APRILE 1919
Quelli che seguono sono alcuni particolari riguardo Mr. MacGregor Mathers, da parte di uno che lo ha conosciuto bene per un certo periodo della sua vita.
La morte di Samuel Liddell MacGregor Mathers, avvenuta a Parigi verso la fine dello scorso novembre, mi riporta alla memoria un esercito di vecchi ricordi, e dal momento che difficilmente verranno registrati altrimenti, sto componendo queste rozze note che li riguardano per informare i lettori dell'occulto. Esse sono di natura personale, da ambo le parti. Era il 1883, o giù di lì, quando giovane uomo bazzicavo il British Museum sperimentando vari sentieri di ricerca - che notai ripetutamente l'esile figura di un mio collega studioso, che frequentava la sala di lettura seguendo simili ricerche. Temo che fosse in ristrettezze economiche, ed era un frequentatore molto più assiduo di me, anche in quei giorni. Si poteva incontrarlo al mattino presto e persino la sera tardi. L'ora di chiusura era alle 19 o alle 20, a seconda della stagione, ed in quelle ore si poteva vederlo affannarsi su mucchi giganteschi di volumi in prossimità del banco centrale. Venni a sapere che erano libri occulti, come quelli che prendevo io, sebbene io mantenessi il loro numero nei limiti della quantità che ero in grado di consultare nel corso della giornata. Devo confessare che m'incuriosì l'identità di quel bizzarro individuo, dagli occhi piuttosto simili a quelli di un pesce, ed in particolar modo quello che stava cercando. Alla fine qualche altro malinconico devoto di quel santuario ci fece conoscere l'un l'altro, e questi risultò essere S.L. Mathers, dal momento che non aveva ancora adottato il titolo di MacGregor. Suppongo che stessimo parlando di libri od argomenti riguardanti l'occulto in uno dei corridoi, perchè egli mi disse con voce pacata ed in un accento alquanto orribile: "Sono un Rosacroce ed un Massone: quindi ci sono cose di cui posso parlare ed altre di cui non posso parlare."
Ero molto più giovane di lui ed un principiante nelle vie occulte, ma ricordo di essermi divertito per due motivi: primo, perchè non stavo cercando informazioni, e secondo, perchè per quanto poco sapessi in quel periodo riguardo la Rosa Croce ed i suoi Fratelli, ero assolutamente sicuro che i veri membri non sarebbero stati così lesti ad ostentare il fatto. Tuttavia, familiarizzammo un poco, e più lo osservavo e più dimostrava di essere eccentrico. Ricordo di averlo paragonato nella mia mente ad una combinazione di Don Chichotte e Hudibras, ma con una vanità tutta propria. Egli soleva avvicinarsi all'improvviso, per comunicarmi le ispirazioni del momento. Una di esse riguardava il suo grande ardore militare e l'intenzione di unirsi agli Zuavi Francesi in Africa, in modo da poter passare "il resto della vita a combattere, ed in quel genere di attività." Tuttavia, i mesi passavano, ed egli rimaneva un abitante della sala lettura. Lo incontrai una mattina che indossava una cravatta scarlatta, indicandola con orgoglio: la riteneva un simbolo di quei suoi istinti da combattente che non era stato in grado di gratificare in maniera più pratica. Ci incontrammo in un'altra occasione, mentre barcollava come al solito sotto un carico di libri, e mi disse: "Mi sono rivestito di geroglifici come se fossero un indumento". Così ne dedussi che egli era coinvolto profondamente nell'Egittologia. Aveva la facoltà naturale di lasciar intendere nel suo linguaggio misterioso, di possedere la più profonda conoscenza di ogni argomento trattato e di essersi spinto troppo in là con un inesperto.
Lo incrociai inoltre occasionalmente in diverse riunioni occulte di tipo informale - riunioni di gente "interessata" e generalmente a bocca spalancata. Qualcuno lo incontrò successivamente in compagnia della Sig.na Bergsson, ed era chiaro come avessero intenzone di sposarsi. Intorno al 1885 stava lavorando sul Cabalismo, e successivamente tradusse alcuni testi dello Zohar dalla versione latina di Rosenroth. Essi apparvero con il titolo di The Kabbalah Unveiled: la sua introduzione si presentava come una chiara testimonianza di una seria ricerca riguardante una parte arbitraria della Cabala - cose come la gematria ed il notaricon - ma la sua resa dal latino venne criticata ampiamente ed in termini crudeli da uno scrittore in The Theosophist. Credo che egli replicasse affermando come proprio nei punti in cui gli si addebitava una cattiva traduzione, egli avesse comparato il latino con gli originali testi Caldei. Ma la sua conoscenza di questi testi può essere giudicata dal fatto che egli definì il trattato di Isaac de Loria De Revolutionibus Animarum come parte dello Zohar. Esso era stato scritto circa trecento anni più tardi, rispetto alla data alla quale il parere più intransigente attribuiva quell'opera monumentale.
Poco prima del periodo delle sue traduzioni, Mathers entrò e rimase molto attivo, in una certa Società Rosicruciana, divenuta in seguito fin troppo famosa come Ordine Ermetico della G.D. Molto tempo dopo egli affermò in un caso giudiziario di essere il capo e la guida dell'Ordine Rosicruciano; tuttavia è noto come egli fosse stato espulso dalla Società Ermetica in questione intorno al 1901, con un voto a larga maggioranza. Ritornando al primo periodo, arrivò il momento in cui Mathers sposò la Sig.na Bergson: sorella del filosofo francese Henri Bergson, ora famoso in tutto il mondo, essa gli sopravvisse.
Subito dopo venne nominato curatore del Museo Horniman, ma la sistemazione terminò in meno di due anni. Poco più tardi Mathers e la moglie emigrarono a Parigi, dove continuò a vivere per la maggior parte del tempo. Prontamente assunse il titolo di Conte di Glenstrae, dichiarando che questo era stato concesso ad un suo antenato da Re Giacomo II. Alla Biblioteca dell'Arsenale a Parigi, egli si imbattè in un manoscritto francese che riportava un rituale magico ad opera di Abramelin il Mago, e pretendeva di avere origini ebraiche, tradendosi tuttavia ad ogni pagina. Tale attribuzione, venne tuttavia accettata da Mathers, il quale possedeva una mente totalmente acritica. Egli lo tradusse in inglese e venne pubblicato in veste suntuosa. In aggiunta tradusse la Clavicula Salomonis (Chiave del Re Salomone) dagli originali trovati nel British Museum, e compose un libretto sui Tarocchi.
Quando trasferì il suo ménage a Parigi la mia conoscenza con Mathers praticamente si concluse, ma le storie che si raccontavano su di lui erano molte e bizzarre. Egli fondò un ramo della società occulta che ho menzionato e varie personalità importanti nel campo dell'occulto in Francia vi entrarono ed uscirono ripetutamente. Mathers credeva fermamente nel destino della dinastia Stuart di riconquistare il trono d'Inghilterra, e voci lo associavano alla cospirazione dei Giovani Turchi - cospirazione per amore della cospirazione, come W. B. Yeats una volta disse di lui. Credo che abbia passato brutti giorni, povero ragazzo, e cercasse di riappropriarsi delle sue fortune in vari modi. Aveva un Tempio di Iside all'Esposizione Francese, e mi è addirittura giunta voce di una lettura dei Tarocchi a Dieppe - cosa alle quale spero non si sia ridotto davvero. Sfortunatamente non aveva alcuna inclinazione ad acquisire una competenza nei percorsi ordinari della vita.
Insieme alle molte debolezze, possedeva naturalmente delle qualità: una certa sincerità nel suo occultismo - tra i molteplici trucchi bizzarri - ed una considerevole riserva di conoscenze non assimilate.
MacGregor Mathers
Alcune Reminescenze Personali
Di J. W. Brodie-Innes
Il novembre dello scorso anno, cosa passata quasi inosservata all'opinone pubblica, è deceduto a Parigi un uomo eccezionale. Chi era costui: un grande adepto, un grande studioso, un grande impostore, un grande furfante? Ho sentito tutte le opinioni, dichiarate in modo presuntouso, perfino dogmatico. Opinoni così numerose e contraddittorie come quelle che furono espresse su Cagliostro. Lo conoscevo intimamente, e forse una stretta amicizia di circa trenta anni, può autorizzarmi ad offrire qualche reminescenza personale che possa aiutare a comprendere meglio tale personalità di grande interesse. Quando lo incontrai per la prima volta era in carica al Museo Horniman a Norwood, e perfino allora le descrizioni contraddittorie che sentivo riguardo a lui, suscitavano un'acuta curiosità. Qualche eminente archeologo mi disse che, per la sua meravigliosa erudizione in insoliti sentieri di conoscenza, non vi era uomo più adatto in Gran Bretagna a gestire e catalogare un museo come l'Horniman. Altri lo accusavano di essere un superficiale ciarlatano, la cui cultura poteva solo ingannare l'ignorante. Il suo vero nome era incerto: MacGregor, Mathers? Tuttavia anche la più superficiale conoscenza della storia delle Highland potrebbe spiegarlo. Il nome MacGregor venne proscritto dopo il '45. I suoi antenati presero quello che era in effetti un soprannome: Mo-Athair's - "Il Postumo" - dal figlio infante di Alastair Macgregor di Glenstrae, nato dopo l'assassinio del padre nel 1603, ed insediato come Capo di Glenstrae. Questo venne anglicizzato in Mathers, nome portato dai suoi antenati. Ma il vero nome era, naturalmente, MacGregor. Il nonno aveva combattuto con grande valore nell'assedio di Pondicherry, insieme a Lally Tollendal, ed aveva ricevuto da Luigi XIV il titolo di Conte MacGregor di Glenstrae, in seguito confermato da Giacomo II, titolo francese che non veniva ovviamente usato in Inghilterra.
Appena iniziai a conoscerlo bene, il mistero delle diverse opinioni nei suoi confronti fu svelato. MacGregor era una Celta dei Celti, razza che nessun inglese di stirpe teutonica ha mai potuto comprendere od apprezzare.
In verità, per moltissimi, questa razza è come un drappo rosso per un toro. Vi sono coloro che oggi supererebbero il Dr. Johnson nell'abuso di tutto ciò che è Celta o delle Highland. MacGregor possedeva tutta la tempra ardente e l'orgoglio razziale del Celti. Egli avrebbe acceso una disputa per una questione di onore, reale o perfino immaginaria, che risultasse un'offesa per il suo clan o nazione, ed avrebbe combattuto con l'appassionato gusto di un cavaliere medievale, ma sempre a suo svantaggio, perchè egli era prima di tutto, un cavalleresco gentiluomo delle Highland, e nell'intera sua natura non vi fu mai un pizzico di malevolenza, ma tra i suoi avversari ve ne erano alcuni che non disdegnavano l'uso di armi molto subdole - qualsiasi bastone va bene per picchiare un cane. Tale natura, che come Celta mi è familiare, risultava incomprensibile per il Sassone medio. Possedeva indubbiamente della vanità, ma era l'innocua vanità di un bambino. Era anche ingenuo, e soggetto qualche volta ad essere preda di un impudente impostore, perchè colui che odiava l'inganno era lento a sospettarlo in un altro: ma spietato nel denunciarlo quando lo scopriva.
Della sua erudizione, non mi è dato parlare, in quanto superiore alla mia, tuttavia so come venisse completamente riconosciuta da alcune autorità competenti, ed amaramente negata e deprecata dai suoi avversari. Una volta mostrai alcune delle sue lettere sulla Cabala al mio primo insegnante di ebraico, Rabbino ed esperto cabalista, ed egli mi disse: "quest'uomo è un vero cabalista. Pochi Gentili conoscono così tanto, puoi seguirlo senza pericolo." Quando predispose un Tempio di Iside per l'Esposizione di Parigi, un egittologo il cui nome è famoso nel mondo mi disse: "MacGregor è un Faraone redivivo. Ho studiato tutta la vita ossa secche: egli le ha dato vita." Questi non sono che due esempi fra i tanti. Tuttavia vi sono stati coloro i quali hanno detto che la sua Cabala e la sua Egittologia erano vacue e superficiali, un rimaneggiamento dell'opera di altri uomini. Chi potrà decidere? Eppure io so che molte domande che gli posi ebbero una risposta immediata e soddisfacente, con numerose citazioni di autorità, rivelando una conoscenza profonda dell'argomento, e non ho mai scoperto un errore.
Questo non è il luogo per raccontare di nuovo come egli venne tratto in inganno dalla famosa (o infame) coppia di Horus. La storia è ben conosciuta, e le note processuali possono essere lette dal curioso: che egli possa essere stato ingannato in questo modo è un'esempio dei difetti delle sue qualità.
Della sua conoscenza occulta e potere posso parlare con più confidenza. Egli aveva il raro dono di rendere ben delineati e luminosi quegli insegnamenti profondi e segreti, così sovente velati da millanterie nebuolse e da una prolissa verbosità, in cui si arranca per leghe nel fango per raccogliere poche gemme. La sua conoscenza astrologica era eccezionale, cosa provata abbondantemente dai molti oroscopi che sono passati nelle mie mani, nei quali l'accuratezza del suo giudizio, come dimostrato dagli eventi, era convincente. Possedeva anche la seconda vista propria della sua razza, sviluppata ad un livello notevole. Di questo ho avuto molte prove. La magia cerimoniale di molte ere e paesi gli era familiare, e mi è stato detto da molti eminenti scienziati che le sue spiegazioni dei poteri e degli effetti dei cerimoniali fossero chiare e logiche.
Che fosse a capo di un Ordine Ermetico Rosacroce è cosa ben risaputa. Ma riguardo a questo niente può essere detto. La prova venne data in pieno al processo di Horus. Tutti i membri erano legati dal voto solenne di non divulgare niente riguardo l'Ordine, i suoi associati, o su cosa accadesse durante le riunioni. Quindi tutto quello che è stato pubblicato riguardo a questo Ordine, può solo essere stato ottenuto dall'intenzionale spergiuro di qualche membro, o sviluppato dall'immaginazione del narratore. Posso tuttavia affermare, secondo la mia conoscenza personale, che a dispetto dei dissensi e delle secessioni del passato, l'Ordine è andato avanti ed ha prosperato. Si è diffuso in molti paesi, e la lealtà e l'affezione dei membri per i loro capi era probabilmente maggiore al momento della sua morte di quanto lo fosse mai stata prima.
Per molti anni egli visse a Parigi, e stando in Francia utilizzò naturalmente e propriamente il suo titolo francese, a cui aveva rinunciato quando risiedeva in questo paese. Suppongo che raramente un uomo abbia ispirato tanto amore e devozione, e tanta mortale ostilità. Io non posso che descriverlo così come lo conoscevo, l'amico sincero e leale di quasi metà dell'esistenza. Sovente gli scrissi sottoponendogli qualche quesito riguardo la mia opera letteraria, e con altruistica sollecitudine egli mise da parte altre occupazioni per setacciare le librerie ed i musei di Parigi, copiando e traducendo pagina dopo pagina i manoscritti a me inaccessibili, o per mettere a mia completa disposizione la riserva della sua bizzarra erudizione e delle sue pazienti ricerche. Non ero cieco rispetto alle sue pecche, che giacevano alla superficie, del tutto evidenti. Nondimeno penso che raramente un uomo abbia avuto un amico più fedele e cordiale, attraverso molti cambiamenti tra luci ed ombre, come io trovai in MacGregor Mathers.
Caro e impulsivo Highlander dalla testa calda e dal buon cuore, egli possedeva tutti i difetti e le qualità della sua razza: incompreso e vituperato ma anche onorato, coraggioso e leale fino alla fine, privo di ogni malevolenza, si offendeva a mala pena perfino delle molte infondate falsità che circolavano liberamente su di lui. Sono felice per questa opportunità di aggiungere tale piccola foglia alla corona poggiata sulla tomba del mio amico deceduto.
Copyright biografia © 2000 di Soror S.J.
Traduzione italiana Frater A.A.A.
Pubblicato per gentile concessione di The Hermetic Order of the Golden Dawn®
Articolo originale all'indirizzo:
http://www.hermeticgoldendawn.org |